La mia riflessione in quanto Formatore di Club non intende elucidarvi su come si articola e funziona un Club Rotary: il ruolo del Presidente, del Segretario, del Tesoriere, del segretario esecutivo, del Prefetto o dei vari presidenti di commissione. O ancora di più non desidero spiegare come nasce, dove nasce, cos’è, cosa fa un club Rotary, chi sono i Rotariani, Mission o Vision sarei certamente anacronistico dopo vent’anni dalla nascita del nostro Club, e forse noioso, dando invece per scontato che ognuno di noi ha studiato il Regolamento e lo Statuto che guidano l’opera di ogni club e quindi di ogni rotariano, quindi siamo formati. Ma il formatore di Club deve essere disponibile quando richiesto formare i nuovi soci, fare informazione rotariana, approfondire tematiche rotariane. Invece desidero fare con voi amici rotariani una riflessione sul tema centrale e sempre vivo, frutto di una domanda: “Cosa significa essere rotariani oggi in questa epoca storica?”, con la speranza che le parole pensate e scritte siano da stimolo per essere sempre di supporto alle persone ed al territorio in cui agiamo quotidianamente.
Fondamentalmente i principi che ispirarono 124 anni fa Paul Harris, allora giovane avvocato di Chicago che insieme a Silvestre Schiele, commerciante di carbone, Gustavus Loehr, ingegnere minerario e Hiram Shorey sarto, fondarono il primo Club Rotary, sono quanto mai attuali. Insiti nel DNA di ogni uomo e donna che nel tempo hanno accettato di far parte di una grande associazione mondiale come il Rotary International, hanno resistito ai cambiamenti che hanno attraversato la nostra società nel secolo scorso, passando attraverso due guerre mondiali, superando la guerra fredda tra Stati Uniti e Unione sovietica, la caduta del muro di Berlino, epidemie, dittature. Questo vuol dire che l’opera del Rotary non è stata condizionata dalle epoche storiche in cui l’azione si esplicata bensì ha adeguato la propria mission alle necessità della società, ai bisogni di popolazioni o territori in cui maggiormente la leadership dei dirigenti rotariani può esprimersi per il bene della società e fare la differenza. Qualche esempio: Progetto End Polionow, ormai quasi del tutto debellata, la alfabetizzazione delle popolazioni dei villaggi africani, la costruzione di acquedotti per portare l’acqua in quei villaggi di cui ne erano privi. Tutto questo ed altro per il Rotary è possibile perché in ogni Club si ritrovano figure di leader nei più svariati settori della società che grazie alle loro capacità vengono invitati a far parte della associazione. Non si chiede di entrare nel rotary ma si è scelti per le doti morali, per l’impegno nel proprio settore lavorativo tale da essere individuati appunto come dei leader, che possono mettere a disposizione del sodalizio la propria esperienza le proprie capacità per la realizzazione dei progetti di utilità sociale indirizzati verso le 5 vie di azione rotariana quella Interna, di interesse professionale, di interesse pubblico, quella internazionale e l’ultima ma strategica quella a favore dei giovani. Ma ancor più fondamentale prima di accettare un invito così importante ed impegnativo ritengo che sia discriminante per la scelta di essere rotariano, rispondere alle fatidiche 4 domande o come la definì un rotariano che la ideò, Herbert J. Taylor nel 1932, “La prova delle Quattro domande” e che ancora oggi “dovrebbe essere adottata” o “viene adottata ?” mi permetto sommessamente ed umilmente un punto interrogativo quasi con una vena non di polemica ma di pura ortodossia, dai Rotariani di tutto il mondo nel loro lavoro e nella loro vita professionale: Ciò che penso, dico o faccio Risponde a VERITÀ ? È GIUSTO per tutti gli interessati? Promuoverà BUONA VOLONTÀ E MIGLIORI RAPPORTI DI AMICIZIA? Sarà VANTAGGIOSO per tutti gli interessati?

Questi principi sono il nostro DNA, ciò che fa la differenza nel mondo intero tra il Rotary e le altre associazioni, in questo caso non si può parlare di anacronismo, ma semplicemente di radici, di basi, di pilastri fondanti il Rotary.
Questo è possibile perché al centro dell’impegno di ogni rotariano vi era all’inizio della propria storia, vi è stato nel corso degli anni, vie oggi nel tempo presente ma soprattutto deve esserci sempre nel futuro, l’Uomo, verso cui il nostro servire al di sopra di ogni interesse personale deve restare un segno distintivo. Tutto ciò si ottiene attraverso: lo sviluppo di rapporti interpersonali intesi come opportunità di servizio; elevati principi etici nell’attività professionale e nei rapporti di lavoro; l’applicazione dell’ideale del servire alla vita personale, professionale e sociale del rotariano; la comprensione, la tolleranza e la pace fra popoli mediante una rete internazionale di professionisti ed imprenditori uniti dall’ideale del servizio.
Tutti i soci di un club devono essere uniti da una medesima identità rotariana che fa sentire le proprie radici comuni per la condivisione di una strategia di servizio comune solo allora si può parlare di quella Amicizia Rotariana che non nasce prima ma si sviluppa dopo ecco il termine “Fellowship”, associazione, quando appunto principi comuni di solidarietà, condivisione e disponibilità alimentano i progetti di amici uniti da un unico ideale quello rotariano. Solo l’armonia tra quello che siamo dentro di noi (l’anima) e quello che esterniamo (ciò che siamo esteriormente) con le nostre azioni può alimentare l’azione quotidiana del rotariano.
Guglielmo Venditti