20 dicembre 2019
Partecipazione, presso il Grand Hotel Telese, alla celebrazione della Festa degli Auguri del Rotary Club Valle Telesina
Siamo il Club padrino. Non potevamo proprio mancare a questo appuntamento di fine anno; anche se, per importanti impegni professionali, sono stato tentato di disertarlo. Sono accompagnato dal Tesoriere, Pasquale Terracciano che, pazientemente, ha aspettato che tornassi da Napoli per ripartire alla volta di Telese, destinazione Grand Hotel. In questa splendida cornice, che già conoscevo per essere stata la mia prima sede rotariana, quando militavo nel RC Valle Telesina, incontriamo vecchi amici, come Lucio Altieri, Prefetto, Anna Amalia Villaccio, Aldo Albo Ciccarelli, della Città di Piedimonte Matese, Giustino De Iorio, nostro comune amico. Il Presidente del Club, Roberto Ghiaccio, ci intrattiene su profonde riflessioni di stampo natalizio, come il valore del dono e la necessaria attenzione verso le classi sociali più svantaggiate. Vincenzo Megna, Assistente del Governatore, come sempre, porta il suo personale contributo, incitando i presenti a vivere l’anno che verrà nel solco del pensiero di Paul P. Harris, contribuendo ad eliminare le ingiustizie, la violenza e sconfiggere la solitudine e l’indifferenza.
Alla fine del convivio, ci viene regalata una agenda per il nuovo anno, dove sono riportati i nomi dei soci del Club e lo Statuto. Il ballo conclude la serata. Siamo soddisfatti di aver riallacciato i rapporti con il RC Valle Telesina, assecondando un nostro preciso intendimento, come già fatto con il nostro Club padrino, il RC Terra di Lavoro 1954, guidato da Vincenzo Cappello, Presidente pro tempore.
21 dicembre 2019
Celebrazione della Festa degli Auguri a Villa Turrita. Ospiti d’onore don Emilio Salvatore, Parroco di A. G. P. di P. Matese e Marcellino Angelillo, della Città di Alife
E’ il Prefetto Raffaella Di Robbio a richiamare all’ordine i soci presenti, perché prendano posto. Un record il numero dei partecipanti: ben 73, tra soci ed ospiti di soci. Dieci i bambini, che si accomodano ad uno dei nove tavoli loro assegnato. Dopo l’onore alle bandiere, Raffaella saluta tutti i presenti e ricorda la scaletta della serata. Presenti l’Assistente del Governatore, Vincenzo Megna, accompagnato dalla gentile consorte, signora Anna; i due relatori, don Emilio Salvatore e Marcellino Angelillo; il Prefetto del RC Valle Telesina, l’amico Lucio Altieri e consorte. Presente anche il Presidente dei Lions Club di Piedimonte Matese, Pasquale Franco, accompagnato dalla consorte, signora Antonella, che ci restituisce la nostra visita del 20 settembre u. s., per l’inaugurazione del nuovo anno leonino. Tra gli ospiti anche Marcellino Pepe, che sta fattivamente collaborando con il gruppo di lavoro “Matese Impresa” per il sostegno alle micro e piccole aziende del territorio del Club, con maggiore orientamento alle start-up ed agli enti del terzo settore. Ci auguriamo, pertanto, di annoverarlo, a breve, tra i nostri soci, in considerazione dello spirito rotariano che lo pervade. Per l’occasione, ho concordato con Raffaella il modus operandi del Prefetto (una novità per il nostro Club), che non è soltanto quello di raccogliere le firme sulla ruota, bensì quello, più impegnativo, di organizzare la sala scelta per i caminetti, le conviviali e di moderare tutti gli incontri programmati.
Incominciamo da stasera. Mi passa la parola. Ne approfitto per commentare l’ultima lettera del Governatore del Distretto, Pasquale Verre. Mi dà la concreta possibilità di parlare di Rotary al folto pubblico presente: un impegno da assolvere, come ci è stato insegnato nei seminari di formazione dei Presidenti eletti.Il mese di dicembre, universalmente caratterizzato per le festività del Santo Natale e dell’anno che verrà, è dedicato dal RI alla prevenzione ed alla cura delle malattie: attività che vedono i singoli rotariani ed i club del distretto impegnati in azioni di service, che hanno una notevole ricaduta sui territori e che rafforzano, quindi, l’immagine positiva del Rotary. Partecipiamo con una membership nella quale il mondo delle professioni è significativamente presente, anche con una buona quota di medici. In tema di prevenzione, siamo ogni anno impegnati a rafforzare il progetto strategico per l’eradicazione della polio, ma anche a combattere l’inquinamento ambientale e a procedere alla bonifica dei territori, partendo dalla potabilizzazione delle acque. Purtroppo, però, gli sforzi del Rotary si scontrano sovente con gravi difficoltà dovute ai conflitti loco-regionali ed alle guerre tribali. Siamo tutti impegnati a sostenere l’attività di prevenzione e cura con le “Domeniche della Salute”. Ne abbiamo fatte tante nel recente passato e ne faremo ancora sotto la mia presidenza, all’ombra del gazebo targato Rotary, all’uopo predisposto. Con il Santo Natale alle porte, quale augurio più bello di quello di operare nel solco del pensiero di Paul P. Harris, fondatore del RI e benefattore dell’umanità, contribuendo ad eliminare le ingiustizie, la violenza e sconfiggere la solitudine e l’indifferenza.
Il Rotary è, soprattutto, speranza di vita, esempio di buona volontà e fratellanza. Lo credo a tal punto da scriverlo a caratteri cubitali, in prima di copertina, nel nostro bollettino del corrente mese di dicembre.
L’augurio più vero è quello di poterci svegliare, un giorno non lontano, in un mondo senza sofferenza, senza discriminazioni e senza diseguaglianze. Sappiamo benissimo quanto questi obbiettivi siano difficili da raggiungere, ma noi rotariani siamo le “sentinelle del mattino”, sempre pronti a fare la nostra parte ed a coagulare, attorno alle nostre idee, tutti gli uomini di buona volontà che desiderano un mondo migliore.
Nel mese di dicembre, in tutti i club, come nel nostro, si sono svolte le assemblee per l’elezione dei nuovi dirigenti. E’ l’occasione per salutare Vittorio Folco, Presidente eletto dell’anno rotariano 2020-2021, e Michele Iannitti, Presidente eletto per l’anno rotariano 2021-2022, all’indirizzo dei quali chiedo di rivolgere un caloroso applauso. E’ la volta, poi, di Pasquale Franco, Presidente dei Lions Club di Piedimonte Matese “I Sanniti”, che, nel suo breve indirizzo di saluto, auspica, in ragione delle caratteristiche di servizio di ambedue i Club, di poter organizzare insieme qualche grossa iniziativa in favore delle nostre comunità, dichiarandosi favorevolmente impressionato dalle multiformi iniziative intraprese dal nostro Club, guardato come esempio da emulare. Mi dona, a ricordo della serata, un piatto in ceramica locale dove sono riprodotti i segni distintivi dei Lions Club “I Sanniti” di Piedimonte Matese, tra i quali campeggia il “Corridore del Monte Cila”, splendido prodotto d’arte provinciale campana sotto l’influenza greca della costa, rimontante al 460 a. C. circa, simbolo stesso della Città di Piedimonte Matese, che ne ha ordinato una riproduzione in bronzo, a cura dell’artista alifano Alessandro Parisi, posta nella centrale Piazza Francesco De Benedictis.
Vincenzo Megna, Assistente del Governatore, prendendo spunto dalle imminenti festività natalizie, incita i presenti a rimuovere le ingiustizie, le violenze e le indifferenze che pervadono il nostro tessuto sociale, frutto, quasi sempre, di cinici egoismi e di immotivate paure.
A questo punto, i tempi sono maturi per introdurre i nostri due ospiti della serata.
Hanno dato alle stampe, in questo stesso mese di dicembre 2019, un libro dal titolo: “Il Presepe, viaggio verso l’umano – un percorso fra storia, arte e fede”, presentato in Piedimonte il 15 u.s., presso il Santuario Mariano di Ave Gratia Plena, ed il 20 presso il Monastero di Santa Chiara in Napoli.
Don Emilio Salvatore è Sacerdote della Chiesa di Dio che è in Alife-Caiazzo; docente di Nuovo Testamento presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (sezione San Luigi); attualmente Direttore della rivista “Bibbia, ieri ed oggi”; autore di numerose pubblicazioni.
Parto dalla constatazione che il presepe sia l’espressione tangibile della più grande storia d’amore di tutti i tempi: quella di un Dio che si fa uomo per redimere i peccati di tutti gli altri uomini. Sic stantibus rebus, a don Emilio chiedo il perché sia necessario parlare ancora di presepi oggi. Tanti libri, tante foto, tante immagini, tanta arte e tanta devozione. Cui prodest? Mi risponde che il testo vuole rispondere proprio a queste domande: un tentativo di ripensare la tradizione del presepe per parlarne ai contemporanei, nella duplice direzione del passato e del futuro; attraverso un percorso che parte dalle origini (dalle prime rappresentazioni della Natività al presepe di Greccio, sino alle opere monumentali), le confronta con i modelli narrativi di riferimento biblici (da Paolo a Giovanni) ed extrabiblici (Vangeli apocrifi) ed infine, soffermandosi sul tipo settecentesco napoletano, ne analizza struttura e personaggi, tentandone una lettura in chiave unitaria. “Attraverso il mistero gioioso dell’Incarnazione dell’Amore nella nostra umanità”, dice l’Amministratore Apostolico della Diocesi di Alife-Caiazzo, Mons. Orazio Francesco Piazza, “noi riscopriamo la felicità delle vere relazioni e della potenza del dono, della sorpresa meravigliosa di avere comunque accanto persone che, non senza difficoltà, condividono impegni e speranze. Facendo insieme il presepe, simbolicamente ci disponiamo a costruire insieme la vita, spinti dalla nostalgia di vera umanità. In quelle figure, in quella scena, tutto è ricomposto nella sua armoniosa relazione di reciprocità”.
I
nsomma, per dirla in una parola sola, il presepe è “inclusivo”. Coinvolge tutti: la raffinata e turbolenta elite intellettuale ed il popolo più genuino.
Il Prof. Marcellino Angelillo è Professore di Educazione Fisica. Cattolico convinto, ha ricoperto anche il ruolo di Presidente parrocchiale di Azione Cattolica in Alife. E’ stato parte diligente di una serie di restauri di opere d’arte del patrimonio artistico della Chiesa locale. L’arte presepiale è stata, però, la sua principale passione, mostrata con la realizzazione dei presepi: Pompei, Piedimonte, Alife, per citarne alcuni. Quale riconoscimento per i meriti a favore dei Beni artistici ecclesiastici, ha ricevuto nel 2011, dalla Santa Sede (regnante Benedetto XVI), l’onoreficenza di Cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno.
Gli dico di sapere che non ama definirsi maestro d’arte presepiale e che riferisce, molto umilmente, di aver fatto solo quattro presepi, qualcuno in nove anni, spinto da prepotente passione, incoraggiata da sua madre. In realtà, nel pomeriggio, accompagnato da Pasquale Terracciano, avevo condotto l’Assistente del Governatore e sua moglie Anna presso il domicilio del Professore, dove ho avuto modo di ammirare un presepe che non ha eguali, curato nei minimi dettagli, spesso contestualizzato alle chiese ed al territorio alifano-matesino.
Così, nel presepe di Casa Angelillo in Alife, compare la facciata della locale Chiesa di Santa Caterina. A Piedimonte, nel presepe di AGP, la fontana di Piazza Annunziata, Vico I Cila, il lavatoio della Sorgente e, fatto singolare, lo scambio di doni tra il rione Vallata ed il rione San Marcellino: una donna in costume di Piedimonte dona un’immagine della Madonna ad un uomo che, a sua volta, dona a questa l’effigie di San Marcellino.
Tutto a ricordo degli storici ed acclarati contrasti tra i due rioni. La contestualizzazione risponde a criteri comunicativi più semplici, logistici, piuttosto che ad una spettacolarizzazione del presepe. E’ strumento di illustrazione ed interpretazione dei fatti realmente accaduti. Piace anche la intenzione del Professore di inserire lo “struscio” nel presepe, che, tra l’altro, era già presente nel settecento napoletano. Come sorprende l’inserimento in esso di uno scottante tema di attualità: quello dei migranti, popolo di disperati e di diseredati in cerca di patria e di identità.
Pone, quasi all’inizio del suo presepe, un uomo di colore, che impugna un rudimentale bastone nella mano destra. E’ vestito di miseri stracci, scalzo, seduto su un giaciglio di tronchi d’albero, con le braccia allargate di chi, sommessamente, chiede pietà al suo interlocutore, e lo sguardo, attonito, di colui che non la trova. Alle sue spalle, la croce amara della indifferenza e del disprezzo, che grida vendetta persino al cospetto del Dio che si è fatto uomo. Ed il gesto si fa preghiera.
Lo incalzo perché ci parli dei tanti significati allegorici insiti nelle figure presepiali.
E’ un fiume in piena, il Professore.
Ci parla di Benino, il pastore dormiente, il più delle volte rappresentato in sembianze giovanili, perché il suo sonno simboleggia la giovinezza, l’immaturità dello spirito, una condizione di inconsapevole tensione verso qualcosa di grande e di irreparabile che deve accadere. La sua figura nasce da quanto affermato nelle Sacre Scritture: “E gli Angeli diedero l’annunzio ai pastori dormienti”. Ma, allegoricamente, siamo noi che ci dobbiamo risvegliare dal nostro torpore spirituale, all’annuncio degli Angeli.
Oro, incenso e mirra coniugano la regalità, la spiritualità e l’umanità: consapevole venerazione dell’unione della natura umana e divina in Cristo.
Che dire dei Magi, molto citati nei Vangeli apocrifi, diversamente dai Vangeli canonici?
Partono inseguendo una stella, cercano un senso più profondo nelle loro vite e nel mondo che li circonda e, completamente assorti in questa ricerca, essi non hanno esitato a lasciare la sicurezza e gli agi della propria terra, della propria casa, e, illuminati solo dalla speranza, hanno intrapreso un cammino lungo e periglioso. Il loro viaggio può essere letto come una metafora molto calzante del cammino, tutto interiore, che gli uomini si trovano a dover affrontare per superare i propri limiti e diventare migliori. I Re Magi, seguendo la luce della stella, diventano essi stessi luce. Questa luce, questo potere immenso, è la capacità di donare. Non i doni ch’essi portano con sé, per quanto preziosi e significativi da un punto di vista simbolico e spirituale; ma il loro stesso viaggio, pieno di pericoli e di insidie, ch’essi affrontano mossi dal sogno di un mondo migliore, di una luce che dia finalmente un senso autentico alle loro esistenze. E’ questo viaggio rivelatore che i Magi donano a Gesù, metafora del viaggio degli uomini attraverso il proprio deserto interiore, il proprio abisso oscuro, dal quale escono liberi, purificati, pronti ad essere dono loro stessi, un dono d’infinito amore. Cercare, capire, allargare i propri orizzonti. Affrontare pericoli, superare i propri limiti, senza arrendersi, senza perdere la speranza, anche quando sembra tutto cadere. Non smettere mai di camminare, di seguire la nostra stella, e nel farlo aiutare gli altri, quelli che si incontrano lungo il cammino, senza un personale tornaconto. Questa è la vera ricchezza, il potere che fa di un uomo comune un re: donare, senza ricevere nulla in cambio.
La splendida serata è allietata da musiche classiche di sottofondo, personalmente scelte da Francesco Pace. Vivian Merola ci dona, tra una pietanza e l’altra, l’esecuzione al pianoforte di brani a lei più cari e consoni al clima natalizio. Tutti apprezziamo la sua maestria e la sua disinvoltura nella interpretazione delle note di musica classica.
Quasi alla fine della cena, mia moglie Marilena, accompagnata da Raffaella Di Robbio, Prefetto, e da Francesco Pace, Segretario, distribuiscono ai rotariani presenti il mio dono di Natale, fatto apposta confezionare dalla Bottega N. Giustiniani di Elvio Sagnella, che rinnova i colori e le forme della tradizione settecentesca di Cerreto Sannita e San Lorenzello. E’ una nuova produzione, in chiave moderna, che lascia, comunque, sugli oggetti tracce evidenti di un passato importante.
Mi ritengo pienamente soddisfatto dell’andamento della serata, in forse fino all’ultimo per l’inclemenza del tempo, trascorsa in amicizia con tutti i rotariani presenti, accorsi in massa, allietata, per me, dalla graditissima presenza di mia moglie e dei miei due figli, Davide e Roberto Maria.
3 gennaio 2020
Partecipazione alla riunione del gruppo di lavoro “Matese Imprese”
Alla riunione hanno contribuito, oltre a me medesimo, Sergio Ferrajolo, Franco Grillo, William Mattei, Francesco Pace, Corrado Pisani, Sisto Bisceglia e Marcellino Pepe.
L’argomento principale trattato ha riguardato l’Accordo di collaborazione con l’Ente Parco Regionale del Matese, siglato il 14 gennaio u. s., essendo stato condiviso il contenuto di base dello stesso.
Si è convenuto che il primo step sia quello di organizzare, nella seconda metà di febbraio, presso la sede dell’Ente, un convegno Club Rotary Alto Casertano dal tema e titolo provvisorio “Opportunità di sviluppo del territorio del Medio Volturno”. A tale Convegno, anche in veste di relatori, si inviteranno i rappresentanti delle principali istituzioni del territorio e, in particolare:
· Camera di Commercio di Caserta;
· Ordine dei Dottori Commercialisti di Caserta;
· Unione Industriali di Caserta;
· Facoltà di Economia dell’Università di Caserta e Benevento;
· Banche particolarmente operative sul territorio, come la Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, la Banca Capasso, UBI Banca, Intesa San Paolo ecc.;
· Sindaci dei Comuni del territorio;
· Altri Enti territoriali.
Per l’organizzazione del Convegno saranno indette apposite riunioni, onde coordinare l’impegno e l’operatività di tutti i partecipanti al gruppo di lavoro, nonché il supporto dell’Ente Parco.
Relativamente alle circolari di aggiornamento, acquisita la fonte informativa (Luigi Migliore) per quelle di natura fiscale, è necessario procedere alla personalizzazione e diffusione, in primo luogo con la pubblicazione del link sulla pagina facebook “Matese Impresa”. Per la creazione del link si potrà utilizzare il sito web del Rotary Club, creando una specifica sezione. La personalizzazione riguarda l’aspetto grafico, curato in particolare da Franco Grillo, ed i contenuti e commenti, da Sergio Ferrajolo e Corrado Pisani.
Nel corso della riunione sono state individuate fonti potenziali per l’acquisizione dei contenuti della circolare di aggiornamento sulla normativa relativa alle incentivazioni pubbliche per le PMI, in particolare quelle correlate ai fondi regionali.
Si è ritenuto che un’ulteriore circolare, di particolare interesse per le PMI del territorio, sia quella di aggiornamento sulla normativa relativa alla Sicurezza sul Lavoro. Di conseguenza, si cercherà di individuare una fonte per l’acquisizione delle notizie da pubblicare, come quella derivante da Sisto Bisceglia.
7 gennaio 2020
Partecipazione alla riunione del gruppo di lavoro “Didattica solidale”
Diverse le insegnanti presenti, anche non appartenenti al Rotary Club. Auspico, per il futuro prossimo, un maggior coinvolgimento degli educatori presenti nelle nostre fila.
Due gli incontri già effettuati. Il primo con i genitori, per illustrare le caratteristiche del progetto di service del nostro Club. Il secondo con i primi 13 alunni, accompagnati e ripresi dai rispettivi genitori. Quattro genitori hanno telefonato per giustificare l’assenza, confermando, tuttavia, la convinta partecipazione dei propri figli al progetto.
Le attività didattico-formative si concretizzano con due incontri settimanali, fissati il martedì ed il mercoledì, dalle ore 16,00 alle ore 18,00. Nel corso delle riunioni, sono state acquisite le prime informazioni conoscitive dei ragazzi, che saranno poi condivise con tutti gli altri partecipanti al gruppo di lavoro.
E’ stato bello rendersi utile all’emancipazione culturale dei ragazzi appartenenti alla nostra comunità, dei quali vogliamo implementare non solo la crescita intellettuale, ma anche la cultura civica, cercando di farne buoni cittadini. Lo facciamo, senza troppe pretese e senza aspettarci nulla in cambio, venendo incontro alle esigenze delle classi sociali più svantaggiate, delle quali raccogliamo e incoraggiamo l’entusiasmo. E’, questo, il “service above self”, di cui ci fregiamo ed al quale incita il RI.
10 gennaio 2020
Consiglio Direttivo e Caminetto
Un’utile occasione per fare il punto su tutti i progetti di Club, in particolare quelli di più imminente realizzazione. Così, mentre Sergio Ferrajolo e Franco Grillo relazionano ai rotariani presenti sullo stato dell’arte dei progetti denominati “Didattica solidale” e “Matese Impresa”, Giovanna Mizzoni fa il punto della situazione del Convegno sulla violenza di genere che, dal primo febbraio di quest’anno, per impossibilità a partecipare, causa la celebrazione dell’inizio dell’anno giudiziario, del Procuratore Capo della Repubblica della Città di Isernia, dott. Carlo Fucci, è stato spostato al 7 marzo. Giovanna ci illustra con dovizia di particolari, anche avvalendosi di ricostruzioni fotografiche, sia la scenografia del sito prescelto per l’importante meeting (Istituto Industriale), sia la scaletta degli interventi da lei ideata.
E’ la volta, poi, della new entry, il dott. Marcellino Pepe. Il Consiglio direttivo si pronunzia, dopo breve analisi del suo curriculum vitae, pienamente a favore del suo ingresso nel Rotary Club Alto Casertano. Hanno pesato, su questa decisione, non soltanto e non tanto i suoi titoli accademici e professionali, quanto, soprattutto, il suo generoso impegno nel sociale e le sue indubbie capacità aggregative. Sarò io stesso il proponente. A lui ed a voi tutti auguro buon Rotary.
17 gennaio 2020
Incontro con Vincenzo Cappello, Presidente del Rotary Club Terra di Lavoro 1954
Partecipo insieme a Francesco Pace, Pasquale Terracciano e Michele Iannitti.
Lo scopo è quello, dichiarato, di preparare la visita del Governatore, Pasquale Verre, fissata dallo stesso il 21 febbraio p. v. Abbiamo deciso, su sollecitazione dell’Assistente del Governatore, di prepararla insieme al nostro Club padrino, Caserta Terra di Lavoro 1954, di cui Vincenzo Cappello ricopre la carica di Presidente. Si conviene di tenerla quasi a mezza strada, nella Tenuta San Domenico in Sant’Angelo in Formis. Discutiamo di tutto: il menù, il numero dei partecipanti, il regalo da fare al Governatore e tante altre cose ancora. Enzo Cappello ci sprona anche a partecipare ad un vecchio progetto del suo Club per selezionare un nostro giovane da inviare a Bruxelles, presso la Comunità Europea, per familiarizzare con le istituzioni comunitarie. Credo che, con queste premesse, l’interclub con Terra di Lavoro avrà una buona riuscita.
24 gennaio 2020
Celebrazione della conviviale a Villa Turrita. Ospite d’onore il conte Ranieri Maria Gaetani dell’Aquila d’Aragona di Laurenzana, accompagnato dalla gentile consorte, signora Giovanna e da Giuseppe Castrillo
Dopo la presentazione, in pieno clima natalizio, lo scorso mese di dicembre, del libro scritto a quattro mani da don Emilio Salvatore e Marcellino Angelillo, dal titolo “Il Presepe, viaggio verso l’umano – un percorso fra storia, arte e fede”, è la volta dell’illustrazione del trittico sulla Città di Piedimonte Matese, scritto dall’amico conte Ranieri Maria Gaetani dell’Aquila d’Aragona di Laurenzana.
Non è la prima volta che illustro una suo lavoro.
Ricordo, infatti, che quasi venti anni fa, nell’auditorium comunale “Sveva Sanseverino” del complesso monumentale dell’ex Convento di San Tommaso d’Aquino, in Piedimonte, fui chiamato a presentare la sua prima pubblicazione dal titolo “Onorato I, III Conte di Fondi, promotore dello Scisma d’Occidente”. Apprezzai la sua passione per la storia ed il suo desiderio di ridare memoria alla vita ed alle gesta dei suoi antenati, togliendoli da un ingiusto oblio: il primum movens del percorso di ricerca sulla sua famiglia, attraverso il quale ha cercato di riordinare il lungo e secolare cammino compiuto dai capostipiti della dinastia.
Ricordo, ancora, quando, nel castello avito dei Gaetani, a Fondi, ero nel gruppo dei suoi carissimi amici che lo hanno aiutato a realizzare il suo “sogno nel cassetto”: presentare nella Città di Fondi, tra le mura del castello, un suo scritto su “I Gaetani conti di Fondi”. L’emozione di trovarsi a parlare di quegli eventi storici illustri nella culla del potere dei Gaetani fu grande. Come grande fu l’ospitalità dei Fondani.
Ora, dopo tanti altri scritti storici dedicati alla gloria dei suoi antenati, Ranieri ha sentito il bisogno di dedicare la sua attenzione a Piedimonte Matese, la città dove non è nato, ma che lo ha accolto, dopo aver lasciato Roma, sin dall’estate del 1959, allorchè il padre, conte Ugo, fu assunto come ingegnere capo al Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano. Qui tuttora vive con la sua famiglia.
Lo fa volando sulle ali dei suoi ricordi, e, sin dalle prime pagine, ci restituisce un quadretto pittoresco e delizioso della Piedimonte che i più giovani tra noi, per ragioni anagrafiche, non possono ricordare. Fatti e personaggi ci passano dinanzi, come nei fotogrammi di un film, e ci aiutano a ricostruire una memoria storica o l’evoluzione urbanistica della Città che, difronte agli scempi perpetrati nei confronti del paesaggio, spesso vedono l’Autore nei panni di rigido fustigatore degli usi e dei costumi imperanti, inutili e spesso dannosi per le popolazioni del territorio.
Ho provato, leggendo gli scritti anamnestici di Ranieri, la stessa sensazione che ebbi alcuni anni fa, quando mi capitò di presentare “Divagazioni di un immigrato dei secondi anni trenta sull’unica, insigne Piedimonte e la sua gente”, di Armando Carbone, medaglia d’argento al valor militare nella campagna di Russia per il suo totale sprezzo del pericolo. Figlio adottivo di una cittadina in cui approdò per motivi di lavoro ed in cui rimase per il resto della sua lunga vita, sente il bisogno di gratificarla per averlo ospitato per così tanto tempo donandole i suoi ricordi e, in versi liberi, canta le sue emozioni per quei paesaggi che lo avevano rapito e racconta eventi e personaggi con l’accuratezza dello storico. Anche qui, come nel lavoro di Ranieri, l’Autore ci conduce per mano da un posto all’altro, nel giardino delle sue rimembranze. Anche qui i negozi, le chiese, l’ospedale, la pretura, le farmacie escono dalla penna dei suoi ricordi e sono come le pennellate d’un artista. Colgono i tratti salienti di un paese in evoluzione, alla ricerca, nei difficili anni post-bellici, di una propria identità.
Da tutte queste considerazioni, credo che scaturisca l’utilità del lavoro compiuto dall’amico Ranieri Gaetani.
Attilio Costarella