A 465 m. slm solitario testimone del passato si erge su un erto colle il Castello di Rupecanina. Oggi 9 giugno 2019 qui si ritrovano in un assolato mattino, arrivando alla spicciolata, il presidente del Rotary Alto Casertano ed altri amici del consiglio.
Il silenzio è assoluto. La vista spazia dalle cime boscose del Matese a nord, al massiccio del Roccamonfino a sud-ovest, alle Mainarde ad ovest, ai monti Aurunci a sud; una sottile striscia luminosa segna il mare di Mondragone.
Ai nostri piedi si offre alla sguardo la visione dell’intera media valle del Volturno, con tutti i suoi paesi, in particolare S. Angelo e Raviscanina che questa sede trassero origine.
Contro il cielo si alza la mole del Mastio che la nostra generazione ha salvato dalla definitiva rovina, dopo le tragedie delle guerre, delle distruzioni, dei terremoti.
La fitta vegetazione e i rimboschimenti, oltre che alterare l’antico aspetto, hanno inglobato e reso irriconoscibile l’antico borgo che si addossava alle mura amiche del castello ed era difeso da una ulteriore cerchia di mura che si intravvedono solo a tratti fra le torri cilindriche di difesa.
Un borgo diruto ma distinguibile che alcuni di noi come Vittorio Folco, Pasquale Simonelli e chi scrive hanno visto nella loro giovinezza, percorrendone le strette stradine.
Non è questo il luogo per una storia completa del Castello, ma un minimo accenno alla sua importanza rimane indispensabile per spiegare il permanente interesse dl Rotary.
Il sito mostra tracce di antichissima frequentazione per la presenza anche nei dintorni di mura megalitiche e se nella valle fiorirono le ville e le città romane, i colli ed i monti raccontano presenze più antiche e poi ancora una volta tornarono naturali sedi e rifugi delle popolazioni dopo la caduta dell’impero romano e le successive invasioni barbariche.
La nascita in epoca longobarda del nostro insediamento sembra molto ragionevole. Ricordiamo per inciso che proprio in questa fortezza si rifugiarono gli abitanti di Alife e dintorni quando i saraceni agli ordini di Massar invasero e distrussero Alife ed altri borghi nell’VIII secolo d.C.
Ma è con i normanni che si entra nella certezza della storia.
Signori del luogo, se non proprio fondatori furono i Drengot-Quarrel, signori di Alife, ed in particolare Rainulfo II ed il figlio Roberto che vi pose dimora con il titolo di Conte.
La ribellione di Rainulfo III contro il Re Ruggero, di cui peraltro aveva sposato la sorella, fu la causa di una guerra aperta che portò alla distruzione di Alife nel 1135 e nel 1138 ed ancora una volta Rupecanina fu rifugio sicuro.
Con la fine dei Drengot il castello passò ai feudatari di Prata e poi conobbe tutta una serie di altri feudatari, sui quali sorvolo.
Nel 1229 la rocca fu devastata dalle truppe del cardinale Pelagio e due anni dopo, il1/6/1231 fu ulteriormente danneggiato da un terribile terremoto.
Fra il 1241 e il 1245 fu restaurato per ordine dell’Imperatore Federico II.
Nel 1437 nuovo attacco e rovine da parte delle truppe del Cardinale Vitelleschi e nel 1456 nuovo e distruttivo terremoto che indusse gli abitanti ad un quasi totale trasloco nei due insediamenti di Raviscanina e S. Angelo.
Nel 1944 durante la battaglia di Cassino con le truppe alleate accampate nel territorio di questi due ultimi comuni il mastio per un certo tempo costituì un bersaglio per la messa a punto dei cannoni con ulteriore rovina.
Nel 1956 Con l’Ing. Gabriele Martone e l’Avv. Pisaturo si apre la stagione dei restauri.
Poi ancora una volta tutto vien messo in disparte ed il tempo e l’abbandono riprendono il loro corso.
E’ il momento del Rotary Alto-Casertano che nel 2001/2002 inizia un’opera di restauro, tramite l’opera professionale dei suoi soci e la ricerca di sponsors e di fondi.
Furono ricostruite le scale esterne ed interne, rifatti i pavimenti, restaurati i merli, ridipinte la pareti, messa una porta blindata.
Nel 2005 furono riprese alcune opere e fu murata in loco una lapide commemorativa. Ma il nostro club non ha mai smesso di pensare a questo importante, secolare, eloquente testimone della nostra storia.
Oggi si coglie l’occasione di un nuovo restauro con un “Progetto Distrettuale per i Beni Culturali da Conoscere, Conservare, e Valorizzare”.
L’iniziativa dell’istanza è stata voluta e decisa dal nostro Club e perciò ci ritroviamo con una equipe di tecnici per studiare queste nuove misure con l’auspicio che tutto vada per il meglio e che il Rotary ancora una volta lasci un’orma duratura.
Ercole De Cesare



